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"Sta venendo su forte!" – Troy Bayliss sulle prospettive di suo figlio Oli per il 2022 nel WorldSSP

Tuesday, 9 November 2021 10:48 GMT

Il tre volte campione del mondo dice la sua sul figlio Oli Bayliss che nella prossima stagione sarà impegnato nella classe intermedia in sella a una Ducati

Il famoso cognome Bayliss sta per tornare nel paddock del Campionato del Mondo MOTUL FIM Superbike: nel 2022 infatti vedremo il 18enne Oli Bayliss in sella a una Ducati per la sua prima stagione nel Campionato del Mondo FIM Supersport insieme al Barni Racing Team. Ducati tornerà nel WorldSSP scendendo in pista con una Ducati Panigale V2. Il tre volte campione del mondo WorldSBK Troy Bayliss ha detto la sua sulla firma che porterà il figlio Oli nel Campionato del Mondo.

Oli non sarà all’esordio assoluto nel mondiale dato che nel 2020 ha preso parte al Round di Australia come wildcard anche se non ha disputato la prima gara della stagione. Da quel momento è stato impegnato nella sua Australia nella classe Superbike e quando manca un Round alla fine di questa annata al momento è quinto in classifica.

Troy, vincitore dei titoli WorldSBK nel 2001, 2006 e nel 2008 è entusiasta del passaggio di suo figlio Oli al WorldSSP per la stagione 2022, del fatto che avvenga in sella a una Ducati e ha anche ammesso che non vedeva l’ora di tornare nel paddock: “Per noi è piuttosto emozionante, specialmente per Oli ma anche per la nostra famiglia. Oli è cresciuto in mezzo alle competizioni e ha fatto tutto bene; ha iniziato con il dirt track e il motocross, è passato al karting e ora è impegnato nelle competizioni di velocità. Ha intrapreso un percorso di apprendimento, dalla classe Supersport 300 alla Supersport, ora anche nella Superbike australiana ed è davvero emozionante unirsi al Barni Racing Team in sella alla Panigale V2 e tornare nel Campionato del Mondo. Non vedo davvero l’ora di tornare nel paddock; sarò presente al via dato che nemmeno si ricorda di essere stato oltreoceano quando correvo dal momento che ha appena compiuto 18 anni”.

“Non vorrei mandarlo in giro da solo, voglio dargli una mano. Per molto tempo siamo stati insieme in pista e quindi non voglio essere un padre pesante ma voglio esserci per dargli del sostegno e per essere in sostanza una madre e un padre per un certo periodo dato che Kim non potrà esserci quando tutto questo inizierà. In generale per Oli si tratta di una grande notizia, adesso ha completato il suo percorso scolastico; saremmo potuti arrivare in Europa un paio di anni fa ma dovevamo portare a termine la scuola, sistemare alcune cose. Ora è molto entusiasta. Probabilmente la cosa più bella è che inizierà in sella a una moto a due cilindri mentre io ho finito la mia carriera su una monocilindrica”.

Il ritorno del cognome Bayliss coincide con il ritorno di Ducati nel WorldSSP per la prima volta dal 2007, con Oli che guiderà una Ducati Panigale V2. Si rinnova così il legame tra i Bayliss e Ducati dopo i tre titoli mondiali vinti da Troy nel WorldSBK insieme alla Casa di Bologna: “La famiglia Ducati ovviamente è stata parte della nostra storia. Inoltre sarà bellissimo riavere un australiano in questa categoria. Siamo curiosi di vedere come andranno le cose; sta guidando davvero bene, sta venendo su forte, ama le gare e allenarsi e quindi penso che lo attende un bel periodo. Non sarà facile; deve imparare tante piste nuove ma sembra che non ci siano problemi a riguardo. Proverò a dargli una moto in modo da abituarlo prima di volare in Europa per i test. L’unica cosa che dovrà imparare saranno le piste”.

Nonostante l’esperienza di Oli in sella a una Ducati Panigale V4 R legata al suo impegno nella Superbike australiana, secondo Troy gli obiettivi per la sua prima annata a tutti gli effetti nel Campionato del Mondo restano minimi. “Non stiamo definendo alcun obiettivo; sa cosa vuole fare e vuole essere competitivo e vuole vincere. È piuttosto intelligente per quanto riguarda il modo di approcciare questo tipo di cose dato che è facile forzare troppo presto. Con i miei consigli e quelli del team speriamo di riuscire a tenerlo sotto controllo in modo che non si emozioni troppo. L’ho portato in sella a una Superbike e riesce a manovrarla senza problemi. Quando è emersa questa opportunità ho pensato - insieme ad alcune delle persone che mi hanno aiutato - che non avremmo dovuto piazzarlo immediatamente su una Superbike. Non sto dicendo che in sella a una Supersport le cose saranno più semplici”.

I paralleli tra gli inizi della carriera di Troy e quella di Oli continuano anche considerando che uno sponsor che sta sostenendo il giovane Bayliss nella sua esperienza nel WorldSSP nel 1998 ha aiutato anche Troy a spostarsi in Gran Bretagna per gareggiare. “Darryl Healey – ha detto Troy – nel 1998 ha portato me e Kim dall’Australia alla Gran Bretagna all’interno del suo team privato che si chiamava GSE Racing e in sostanza è stato il mio manager ma anche un amico e ora sta aiutando Oli come sponsor personale da quando abbiamo iniziato. Darryl è ancora coinvolto in tutto questo e penso che lo vedremo coinvolto anche con il team: sarà bellissimo vederlo fare ciò che sta facendo e sarà ottimo anche per Oli”.

 

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